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‘Guarantees’. Incontrarsi una volta, per sempre, all’ombra del destino

In Guarantees, l’autrice franco-tunisina Amanda Sthers traspone il suo stesso romanzo in lungometraggio, misurandosi con la difficoltà di ridurre una storia complessa in due ore di pellicola.

Pierfrancesco Favino interpreta un personaggio delicato che ricorda il suo ruolo di protagonista in L’uomo che ama (Maria Sole Tognazzi, 2008) concentrando qui, nella figura di Sandro, una maggiore intensità espressiva. Secondo i produttori, intervenuti nel corso della conferenza stampa presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, «il movie ha tutte le caratteristiche per divenire una hit cinematografica».

La trama di Guarantees

Alexander-Sandro (Favino) vive a Londra e fa il commerciante di libri rari. Proviene da una famiglia facoltosa di origine italiana. Il nonno Vittorio (Jean Reno) conduce un’azienda che vorrebbe affidare al nipote, dopo che un tragico evento ha colpito la famiglia. Il protagonista, ancora bambino (e con il volto di Leon Hesby), dichiara di voler diventare prete ma presto s’innamora di Sandra, così comincia a lavorare con il proposito di sposarla. Il tempo, però, lo condurrà attraverso sentieri differenti. Molto anni dopo, Alexander è un uomo sposato con Bianca e padre di Penelope. Durante una festa da amici, incontra Laura (Kelly Reilly) e scatta un’attrazione tacita. Sandro non intende abbandonare la sua famiglia, nonostante gli amici più cari vogliano per lui un destino diverso; Laura, nel frattempo, si lega al suo promesso sposo. Le vite dei due proseguono lungo i solchi prestabiliti, ma il loro incontro ha determinato qualcosa d’indecifrabile che colmerà la mente del protagonista di dubbi e attese soffocate.

 

«La nostalgia non è altro che il desiderio che passato e presente possano tuffarsi insieme senza preavviso».

Il destino è una materia difficile da trattare

Guarantees gode di una buona sceneggiatura: indizi letterari, paradossi emotivi e una ricca psicologia; le scene che ritraggono Alexander e i due migliori amici (Kris Marshall e Deepak Verma) contano discrete battute intrise della migliore ironia inglese. L’intreccio, invece, viene a mancare; la storia si articola su piani temporali diversi (la giovinezza del protagonista, l’età adulta e infine la vecchiaia) e legati con eccessiva discrezionalità. Questo schema, nel secondo tempo, si rivela farraginoso e la trama tende così a sfibrarsi. Non a caso, ancora una volta, la lavorazione del plot appare una difficoltà sempre più evidente nella cinematografia contemporanea; le possibilità espressive si moltiplicano, il montaggio appare disinvolto, ma la trama ne soffre. La solidità dell’interpretazione di Favino distoglie l’attenzione da questi problemi di regia, mentre il ruolo della Reilly è nel complesso sbiadito: sembra un personaggio irreale e, a dispetto della vicenda, non sufficientemente determinante nella vita sentimentale del protagonista. La distanza attoriale tra i due personaggi principali è in qualche misura ridotta dalla buona colonna sonora di Andrea Laszlo De Simone, che il più delle volte suggella o congela la dialettica amorosa tra i due.

Dal romanzo al movie

Amanda Sthers sembra aver trattato il materiale narrativo con libertà. «Spero proprio di aver tradito il mio romanzo» afferma «perché la priorità period trasmettere l’intensità delle emozioni». L’autrice, in veste di scrittrice e regista e in possesso di un controllo quasi totale sull’opera, corre forse il rischio di perdere di vista l’interlocutore, il pubblico. La storia non decanta per il tempo necessario, lasciando qui e lì grumi narrativi. Il trattamento della materia psicologica è invece riuscito o almeno si manifesta bene nella recitazione di Favino. L’attore, dal canto suo, ha apprezzato la capacità della Sthers di «guardare le debolezze maschili senza giudicarle, con uno sguardo quasi materno e capace di perdonare»; l’autrice, viceversa, ha definito il suo attore protagonista una ricchezza di cui l’Italia deve andar fiera.

Guarantees, in conclusione, evidenzia le difficoltà di travasare un contenuto letterario dentro una forma cinematografica. I dialoghi sono efficaci e sufficientemente letterari, mentre la maggioranza degli attori è molto valida. La ricchezza degli elementi in gioco, però, viene sacrificata.

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