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INSATIABLE: Ecco tutto quello che dovete sapere su questa serie Netflix

Sono disponibili su Netflix le due stagioni di INSATIABLE serietv scritta da Lauren Gussis, già autrice del pluripremiato DEXTER, e interpretata da Debbie Ryan, Dallas Roberts, Alyssa Milano, Cristopher Goram.

INSATIABLE è come alcune cose, nella vita, che o si amano o si odiano, senza mezze misure. O entrano subito sotto pelle, per through del loro linguaggio originale e diretto, o diventano subito respingenti, per gli stessi identici motivi.

Ma se lì, nel serial con Michael C. Corridor, il tono volutamente sopra le righe aveva fatto un centro completo, prima prendendo di mira le usanze perbeniste postmoderne prima, e slabbrando lentamente i contorni in una telenovela gialla, con INSATIABLE si sposta il focus su un argomento molto più sentito e, probabilmente, più delicato: non più gli sfumati contorni di Bene e Male, ma la difficile realtà degli adolescenti e dei problemi di alimentazione.

Anche qui c’è la tendenza a fuoriuscire dal seminato e a contaminare i generi, usando poi i canoni delle cleaning soap per diluire fino a 20 episodi una storia che poteva essere raccontata in una manciata di ore: fatto sta che alla fantastic questa insolita commistione finisce per assumere una fisionomia originale, con il grosso rischio però di non usare la giusta distanza per raccontare bullismo, anoressia e bulimia.

LA STORIA

INSATIABLE è sbarcata su Netflix dopo un lungo e controverso seguito mediatico: la storia è quella di Patty (“Fatty” Patty per i nemici), giovane ragazza vittima di bullismo perché grassa e in seguito diventata magra per non aver potuto usare la mandibola dopo un pugno di un barbone.

La nuova avvenenza la spinge advert una sorta di sentimento di rivalsa nei confronti di un mondo che la aveva rifiutata, fino a che sulla sua strada si pone Bob Armstrong, avvocato e consulente per concorsi di bellezza. Da lì in pi, le loro strade si intrecceranno inestricabilmente, tra le paillettes da miss e il sangue di numerosi omicidi.

Patty diventa lentamente l’unica speranza di redenzione per Bob, avvocato mediocre, consulente perdente, marito e padre distratto e bisessuale impaurito; viceversa, e specularmente, Bob è per la ragazza lo strumento con cui mostrare advert un mondo superficiale e abbrutito che quello che c’è fuori non conta quanto quello che si trova dentro. Entrambi affronteranno allora i loro problemi di identità e relazionali, specchiandosi l’uno nell’altro, con vizi e virtù.

Tanta carne al fuoco, insomma: dolori della crescita, problemi di alimentazione, crisi identitarie, omosessualità. Così tanti temi, e così delicati alcuni, da avere alla fantastic una regia fuori controllo (e l’unica mano dietro la mdp, quella di Julie Hampton, garantisce solo un’uniformità stilistica) e conseguentemente, cosa ancora più grave, uno stile poco deciso nel trattarli.

INSATIABLE vorrebbe essere imprevedibile: ma il suo tono, scanzonato perché politicamente scorretto, sembra non trovare quasi mai il giusto equilibrio: parlare dei ragazzi e dei loro problemi alimentari, specie se uniti alla bellezza esteriore, e ancor di più nell’America attuale di Trump, avrebbe richiesto da una parte più coraggio nel mostrare, dall’altra più approfondimento nei personaggi.

Il problema, come detto prima, è che le situazioni vengono spinte al limite ed episodio dopo episodio il temper è sempre più vertiginosamente grottesco: dalla recitazione degli interpreti -a partire da Dallas Roberts, particolarmente in parte su THE GOOD WIFE, qui sfilacciato e fastidioso- alla concatenazione degli accadimenti, che si accavallano senza soluzione di continuità.

In tutto bailamme, period quasi ovvio che il fulcro della serie venisse travisato. Si, perché INSATIABLE non è un’operetta morale che vuole dettare etica e dire che “grasso è bello”, ma un serial feroce e tagliente (almeno nelle intenzioni) nel momento in cui svela che non importa se fuori sei bello o brutto, grasso o magro, né tantomeno importa se magro è bello o mano: perché come sei fuori non potrà mai nascondere il brutto che hai dentro.

CHI HA DETTO FAT SHAMING?

È per questo che INSATIABLE ha corso per (sole) due stagioni concludendosi tra le polemiche, perdipiù con un finale aperto che lasciava aperte le porte per una terza: in un’epoca di #metoo, dove ogni parola viene sottoposta advert un esame benpensante, e qualsiasi eccesso diventa difetto, period impensabile che un prodotto televisivo di intrattenimento mostrasse numerose sequenze nelle quali la protagonista –Debbie Ryan, la Jesse dell’omonima serie su Disney Channel- si abboffa di torte, dolci, ciambelle, poi dimagrisce e ha sensi di colpa, ma nonostante questo rimane sempre una brutta persona gelosa, invidiosa, malevola e addirittura traditrice, adultera e assassina.

E senza che tutto questo venisse stigmatizzato, e anzi sul finale (SPOILER ALERT!!) vince il concorso a cui ambiva dall’inizio mentre il suo mentore Bob, vittima degli eventi e di tutti, viene ingiustamente incarcerato per un omicidio che non ha commesso.

Messaggi confusi, etica sfumata, stile grottesco: insomma, un combine (s)gradevole che, nonostante l’impianto volutamente mainstream, non è certo la ricetta giusta per farsi benvolere dal pubblico, in una narrazione che non riesce mai a legare bene i due sentimenti in totale opposizione tra di loro (comicità estrema, a tratti slapstick; sottotesto politically uncorrect).

È per questo che allora, nonostante numerosi momenti buoni, in sequenze che con intelligenza variano generi e registri a seconda dell’emozione di un determinato personaggio, assecondando un percorso narrativo di autoanalisi da non sottovalutare, nonostante non sia né canonico né abusato; INSATIABLE ha assunto i contorni di un oggetto volgare e mediocre, tanto da arrivare a far creare una petizione su change.org per la sua cancellazione.

Peccato che quasi nessuno, alla fantastic, abbia notato la sua profonda, orgogliosa e selvaggia natura camp, che legata alla consapevolezza di essere esagerata ma ironica, la rendeva una serie che avrebbe potuto fare e dare molto di più.

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