'We Crashed' la serie con Jared Leto e Anne Hathaway

L’ascesa e il declino di un sogno costruito da Adam Neumann. We Crashed, la serie television ideata da Drew Crevello e Lee Eisenberg, vede come protagonisti Jared Leto e Anne Hathaway. Gli episodi sono disponibili su Apple TV+.

Su Apple TV potete vedere la serie We Crashed

We Crashed, la storia

Ispirata al podcast WeCrashed: The Rise and Fall of WeWork di Wondery, la serie television ripercorre la nascita e i problemi che hanno coinvolto la start-up di Adam Neumann. L’imprenditore decise di creare uno spazio di coworking “senza che sia necessario timbrare il cartellino”. Ma ben presto il valore di quella società comincerà a scricchiolare, fino a rompersi definitamente.

We Crashed, la recensione

Suppose completely different. Così recitava uno degli spot della Apple nel 1997. Due parole che da sole hanno rilanciato un’azienda in affanno, che ora rientra tra le cinque Huge Tech presenti negli Stati Uniti. La frase contiene l’identità di un model che nel tempo usò la comunicazione per costruire la sua immagine. Proprio qui, nella piattaforma streaming di Cupertino, esce una serie che cerca di emulare quei passaggi allo scopo di cambiare le nostre abitudini quotidiane.

La mela realizzò il primo smartphone. Adam Neumann, interpretato da Jared Leto, scelse invece di abbandonare la ricerca di un prodotto. Non prima di averci provato, ovviamente. Prima l’abbigliamento per bambino, poi un paio di scarpe da donna. Fino a un progetto di coabitazione che somigliava più a flashback universitario. O diventerai milionario o andrai in prigione, cube uno degli investitori advert Adam Neumann al termine della presentazione. Un’affermazione dalla doppia faccia, perché se da un lato esprime una certo cinismo verso il contenuto, dall’altro mostra le sue effettive qualità comunicative.

we crashed

Una puntata, un piccolo movie

La forza della retorica, in effetti, è il tema centrale di We Crashed, che sceglie di iniziare con un episodio che potrebbe essere autoconclusivo considerando gli argomenti messi in campo. La storia assume una forma ciclica lasciando comunque spazio a vari flashback che contribuiscono alla solidità del racconto. Oltre a concentrarsi sull’ascesa della figura di Adam Neumann, la serie vuole comunque ampliare il suo sguardo avvicinandosi alla sfera privata dei protagonisti. L’incontro tra l’imprenditore israeliano e Rebekah Paltrow (Anne Hathaway), il rapporto con l’amico architetto Miguel McKelvey (Kyle Marvin), la leggerezza e spensieratezza di una figura che arriva persino a paragonarsi a Dio (“Devi dire che un po’ ci assomiglio” cube advert un certo punto il guru Adam al suo collega). I ricordi che by way of by way of si palesano negli stacchi continui tra passato e presente, quando WeWork non aveva nemmeno un nome ma premeva per diventare un progetto concreto.

Un unicorno nella stanza

We Crashed è una serie che nel tempo mostra le sue crepe nonostante le apparenze. Pensare differente non vuol dire comunicare qualcosa che sia agli antipodi della realtà. Basti pensare al momento dell’apertura di una delle sedi seguita da un incontro che termina con una frase emblematica dell’interlocutore: “Non ho capito una parola di quello che hai detto, ma avrei voluto dirlo io per primo”. Un po’ tutti la pensano così.

Che cos’è WeWork se non un mondo sospeso attorno a un’concept senza basi. Un concetto che si lega al sogno americano con tutte le sue forze, ma che scopre di non avere un appoggio, economico e non solo, visti i problemi interni che si manifesteranno attorno alla comunità. Tutto ciò è sorretto da due show attoriali egregie, con Anne Hathaway che più di Jared Leto – ottimo nel rappresentare un uomo che si alimenta del suo stesso ego – sembra presentare tutte le sfaccettature del suo personaggio. Una figura fragile, testarda, ammaliata dal carisma di Adam a tal punto da cercare le soluzioni per rafforzare il progetto di WeWork. Dimenticandosi che intorno a sé c’è il vuoto.