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I Diavoli 2, recensione: una seconda stagione che migliora

Diavoli 2 (Devils) è una serie televisiva italiana, britannica e francese del 2020, tratta dall’omonimo romanzo di Guido Maria Brera; la seconda stagione composta da otto episodi è disponibile sull’On Demand di Sky.

La storia

Londra, 2011. L’italiano Massimo Ruggero (Alessandro Borghi) è il responsabile del buying and selling presso il gigante bancario New York-London Funding Financial institution (NYL). Mentre la crisi finanziaria infuria sull’Europa, Massimo sta facendo centinaia di milioni grazie alle speculazioni.

Il suo mentore è Dominic Morgan (Patrick Dempsey), l’amministratore delegato americano di NYL e la cosa più vicina a un padre che Massimo abbia mai avuto. Lo sostiene pienamente, il dealer di talento sembra essere la prima scelta nella corsa al vice-CEO. Ma quando Massimo viene suo malgrado coinvolto in uno scandalo che vede la sua ex-moglie implicata come escort, Dominic gli nega la promozione, scegliendo invece il banchiere della vecchia scuola Edward Stuart.

Massimo rimane sbalordito: suo padre gli volta le spalle. Convinto di essere stato incastrato, Massimo è determinato a far venire fuori la verità ma quando Edward all’improvviso muore, Massimo si rende conto che è in gioco qualcosa di più grande.

Con l’aiuto della sua squadra e di un gruppo di hacker, Massimo scoprirà la trama nascosta dietro eventi apparentemente non collegati come lo scandalo Strauss-Kahn, la guerra in Libia e la crisi dei PIIGS. Trovatosi di fronte ai Diavoli che tirano le corde del mondo, Massimo dovrà scegliere se combatterli o unirsi a loro.

Ma cinque anni dopo gli eventi della prima stagione, Massimo è ora il CEO della NYL, e riesce a portare investitori cinesi nella sua banca.

Il suo vecchio ruolo, quello di Head of Buying and selling, è ricoperto dall’ abilissima cinese Wu Zhi, e insieme hanno le sorti dei profitti della NYL appesi all’ esito del referendum sulla Brexit.

Dominic, ormai suo ex mentore, si è rifatto una vita divorziando da sua moglie Nina e ha fondato una banca sua. Cerca tramite essa di acquisire società tecnologiche nel mirino di magnati cinesi. Assume Nadja Wojcik, una strana ragazza, genio della matematica, conosciuta dopo aver assistito a Seoul una partita di go tra il campione in carica, venir battuto da un software program, e allerta Massimo di una presunta guerra geopolitica tra Cina ed America.

Il giovane CEO però stenta a credergli, visti i trascorsi tra i due. Massimo ritiene Dominic ancora responsabile non solo delle disavventure che ha dovuto subire quando period ancora il capo dei merchants, ma soprattutto della morte di Sofia, dalla quale non è ancora riuscito a riprendersi.

La recensione

Se la prima stagione de I Diavoli aveva lasciato più dubbi che certezze, questa seconda riesce non solo a far capire perché i primi episodi potevano aver lasciato freddini, ma anche advert aggiustare il tiro e a migliorarsi dal punto di vita narrativo.

Si diceva due anni fa, “si period parlato tantissimo de I Diavoli, produzione originale Sky Unique, ma la delusione è di quelle che non si dimenticano”: probabilmente, l’attesa creata intorno al progetto aveva giocato molto, oltre advert una certa rigidità nella struttura drammatica e nella resa di Alessandro Borghi, poco a suo agio in una produzione seriale internazionale. E la serie riportava le dinamiche sbagliate che, in parte, abbiamo rivisto ne L’Indice Della Paura, altra interessante serie Sky rovinata sul finale.

La cosa si capovolge completamente in questi nuovi otto: perché l’alchimia tra il nostro attore e Patrick Dempsey, vero trionfatore nei primi dieci, fa un vistoso passo in avanti, e oltretutto le varie diramazioni tra realtà e fantasia si irrobustiscono e trovano una migliore sistemazione.

Questa volta, nel mirino del racconto c’è la Brexit, oltre la possibilità di raccontare le proprie storie in un mondo finanziario ed economico pressoché distrutto dalla pandemia.

Diavoli diventa allora, insospettabilmente, un vero e proprio dramma scespiriano sulla lotta per il potere, teso, attuale e politico, arrivando a sequenze realmente emozionanti.

Se allora il ritmo sincopato, styloso e postmoderno della prima annata sembrava forzato e spesso girava a vuoto, risultando a tratti fastidioso, la nuova sceneggiatura riesce advert imbrigliare meglio la parte visuale e la regia fa il resto, dando maggiore forza e solidità sia allo stile che alla trama.

Diavoli è un dramma shakespeariano che riesce a trovare la forza di farsi vero oltre che attuale

Diavoli seconda stagione allora persuade e appassiona, avvicinandosi alla supremazia seriale dell’opera spartiacque (per quanto misconosciuta) The Good Struggle nel suo saper intrecciare privato e pubblico, perché mentre romanza la realtà trova la strada per diventare più vera.

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