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L’uomo più odiato di Web la recensione della docuserie

Dai produttori di “Il truffatore di Tinder“ è sbarcata su Netflix  una nuova docu-serie: L’uomo più odiato di Web .

Titolo originale The Most Hated Man on the Web, la nuova serie di successo è dedicata a Hunter Moore e al suo sito, uno dei primi e più famosi portali di revenge porn.

Con tre episodi da 60 minuti circa ciascuno, la serie è diretta da Rob Miller e vede Vikki Miller come producer. Produttori esecutivi sono Alex Marengo e Adam Hawkins.

l'uomo più odiato di internet

La trama

L’uomo più odiato di Web” racconta la storia della missione intrapresa da una madre contro il “re del revenge porn”, responsabile di aver fatto pubblicare on-line le foto di nudo di sua figlia.

Hunter Moore (autodefinito “rovinatore di vite professionista”)  ha raggiunto la fama nei primi anni 2010 creando IsAnyoneUp.com, un famigerato portale di “revenge porn”.

Il sito pubblicava foto di nudo di donne e uomini, spesso senza il loro consenso e con risultati devastanti. Moore si è creato un folto gruppo di seguaci. Questa serie in tre parti documenta la Vendetta di una madre che vuole proteggere la figlia.

La storia è presentata tramite interviste esclusive e commoventi a molte donne e uomini (che hanno lottato per fare eliminare le proprie foto dal sito ) advert agenti delle forze dell’ordine che hanno lavorato al caso e a chi che si è battuto per condannare Moore. La produzione esecutiva è di Alex Marengo .

L’uomo più odiato di Web: un serial ‘doloroso’

‎L’uomo più odiato su Web” parte affrontando sicuramente un problema ‘da censura’: come rappresentare visivamente il tipo di foto che sono state pubblicate dal sito “revenge porn” IsAnyoneUp.com senza invadere nuovamente la privateness delle persone.

Nonostante ciò i produttori offrono una docuserie  obiettiva e perfettamente coerente con quanto raccontato. E non period facile…

Guardabile anche se profondamente dolorosa vista la gravità e cattiveria del fatto reale.

Protagonista è chiaramente Hunter Moore, che ha raggiunto la notorietà negli anni 2010 con la sua immagine di cattivo ragazzo mentre pubblicava foto esplicite di persone (per lo più donne) senza il loro permesso. I submit si collegavano a Fb e advert altri account personali e  esortavano i follower del sito a deridere e ridicolizzare i soggetti mostrati. Le richieste di rimuovere le foto venivano ignorate con sarcasmo e  con poca considerazione  per coloro le cui vite venivano completamente messe in piazza e sconvolte. ‎
Una storia di marciume e brutture in cui sembra che non possa mai trionfare il ben dunque…‎Almeno all’inizio.

La rivolta di una madre

“L’uomo più odiato su Web” (il titolo è preso da un articolo di Rolling Stone del 2012 su Moore)ha anche il suo personaggio ‘buono’. Parliamo di  Charlotte Legal guidelines, madre coraggio che ha trasformato le azioni di Moore (nel pubblicare foto non autorizzate di sua figlia Kayla di 24 anni) in una crociata personale. Contattando altre vittime ha fatto pressioni sulle autorità fino a quando non ha trovato qualcuno che avrebbe raccolto la causa e agito. anche a suo nome.
‎ Il regista Rob Miller, una volta raccolte le  testimonianze dei tanti ‘violati’ da Moore, le mostra insieme aì racconti dei funzionari delle forze dell’ordine che, con rivelazioni su foto hackerate e non, alla fantastic sono stati in grado di perseguire le accuse contro Moore.

Il serial si trasforma allora in un’  ammonizione sui pericoli di Internet , sull’essere sprovveduti  navigatori di social e sulle insidie nascoste nel net . Un serio avvertimento  su come il microscopio dei mass media possa essere anch’esso un’arma a doppio taglio.

Moore stesso ha dimostrato di essere il suo peggior nemico, danneggiandosi da solo attraverso le sue improbabili  interviste sorridenti ( tra cui una alla CNN nel 2011) mostrando il suo folle profilo.

l’uomo più odiato di web : L’inquietudine dell’emulazione

Ma la cosa che più terrorizza di questa docu serie è ciò che il personaggio di Moore ha generato intorno a sè. ‎L’aspetto più inquietante di questa brutta storia è la  rabbia manifesta e la disumanizzazione  dei seguaci on-line di Moore. Un atteggiamento di ‘prosecuzione’ ed enfasi che si manifestava non solo nel perseguitare le vittime sul sito (con minacce contro Legal guidelines e altri che avrebbero potuto parlare). Ancora una volta, dinanzi a personaggi discutibili, stupisce il folto gruppo di ‘fedeli’ che si uniscono al coro di orrore e che si figurano a volte  precursori degli eserciti di fan che alcune personalità comandano.

E ancora… il modo in cui il Internet può dar voce amplificata a piccoli gruppi  con il suo potente mezzo vocale e visivo.
‎Netflix ha goduto di un notevole successo con questo sottogenere  squallido di docuserie  (The Tinder Swindler” e “Our Father)  e “The Most Hated Man on the Web” rientra esattamente in questa stessa categoria.
Ci accontentiamo almeno della sensazione di catarsi finale nell’osservare la vittoria di Legal guidelines madre coraggio e la sua gloriosa battaglia per la giustizia.
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