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L’Assistente Di Volo 2: recensione della seconda stagione della serie su Sky

L’assistente di volo – The Flight Attendant 2 (The Flight Attendant) è una serie televisiva statunitense basata sull’omonimo romanzo del 2018 di Chris Bohjalian. Vede come protagonista Kaley Cuoco; la seconda stagione con i nuovi otto episodi ha debuttato in Italia su Sky il 9 maggio 2022. 

La trama

Cassie, finalmente sobria (e intenzionata a rimanerlo, con non poche difficoltà), fa ancora il suo amato lavoro, l’assistente di volo, ma ora è anche ufficialmente (seppur segretamente) un asset della CIA, per la quale raccoglie preziose informazioni su certi passeggeri degni di nota.

Un giorno, però, assiste inavvertitamente a un omicidio, trovandosi coinvolta in un intrigo internazionale.

Riuscirà a mettere insieme tutti i pezzi del puzzle, a restare viva e, soprattutto, a restare sobria?

La recensione

Come nei migliori prodotti, L’Assistente di Volo sfrutta la seconda occasione offerta da questa nuova stagione per prendere il meglio dei primi otto episodi e costruirci attorno una storia che indaga, in tono comedy, i temi della dipendenza, della salute mentale e dei traumi, con ironia e intelligenza.

Potenziando quanto di buon(issim)o e originale c’period già nella prima stagione, fin dal poster promozionale che riprende scenari cari a sir Alfred Hitchcock: partendo allora da una bionda, alza il quantity dei suoi toni volutamente stridenti e ricchi di suspense, senza rinunciare a colorarli con tinte surreali.

E torna anche il Palazzo della Mente nella versione 2.0, aggiornata e migliorata. Perché se la protagonista -che è ovviamente una Kaley Cuoco ancora più a fuoco e sicura del ruolo- ha preso le distanze dai problemi di alcolismo che l’avevano caratterizzata nella prima stagione, gli sceneggiatori sanno che un percorso a tutto tondo non può che portarla ora advert analizzare le bugie che si racconta e il suo pericoloso, distruttivo autosabotarsi: il suo doppio (su cui non diciamo di più per evitare l’allerta spoiler) assume allora anche una funzione non solo narrativa, nel momento in cui Cassie si guarda allo specchio e vede nel  riflesso una sua versione con cui confrontarsi e fare i conti con le varie versioni di sé stessa.

In tutto questo, lo cut up display diventa da un vezzo tecnico quasi una necessità che agevola il dipanarsi dell’azione: che è serrata, con un montaggio che scorre veloce e scava nella vita e nella testa dei protagonisti senza dimenticare nessuno.

Ne L’Assistente di Volo 2, nonostante la preponderanza della traccia gialla e mistery (sempre curatissima), il fattore umano continua advert avere il posto d’onore, nel momento in cui, similmente a Russian Doll, la sceneggiatura determine di concentrarsi sulla personalità frastagliata del suo personaggio principale. Di farlo in chiave comedy, eppure mai superficiale: l’ironia di Cassie, che sembra coincidere in tutto e per tutto con la sua interprete, è il necessario contraltare per portare alla luce la propria parte più intima e dolorosa, con il coraggio necessario per parlare di salute mentale e dipendenze emotive.

Tutto questo emerge chiaramente anche solo dai primi due episodi della serie, scritti benissimo e intelligentemente dosati nei loro ingredienti per fare da trait d’union fra la vecchia stagione e le nuove strade che si sono appena aperte.

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