La jefa (Beneath Her Management), un thriller spagnolo diretto da Fran Torres, con Aitana Sànchez – Gijòn e Cumelèn Sanz, è disponibile su Netflix.
Un thriller psicologico, cupo e cinico.
Una storia a tratti universali che rispecchia in linea di massima la situazione precaria e incerta di tanti giovani. La jefa, sceneggiato da Laura Sarmiento Pallarés, è un movie basato sull’inganno, dove il confine tra bene e male si dissolve e il carnefice diventa vittima.
La trama di La jefa
Una giovane ambiziosa stringe un accordo insolito con il suo capo, una donna carismatica. Poi si trova assalita dai dubbi, ma potrebbe essere troppo tardi per tirarsi indietro.
L’ossessione del successo
Le protagoniste di questo movie cupo, dove non esistono sentimenti sinceri, sono due donne molto numerous tra loro. Sofia (Cumelen Sanz), una giovane ragazza argentina giunta a Madrid per lavoro, e Beatriz (Aitana Sànchez – Gijòn), una carismatica donna di successo alla guida di un’agenzia di moda.
Beatriz e Sofia hanno delle vite totalmente numerous, ma i loro destini si incroceranno, per sfociare in un finale tragico e crudele. Entrambe vivono a Madrid, una città che appare frenetica e complicata. In La jefa, la capitale spagnola è dipinta come un luogo crudele, capace di cancellare ogni tipo di amore e dove conta solo il desidero o meglio l’ossessione per il denaro e il successo.
È attraverso questa ossessione che l’esistenza di Sofia, insoddisfatta per il suo lavoro come commessa, s’incrocia con quella di Beatriz, a capo di un’azienda nata grazie al suo carisma.
La jefa: Il destino di due donne
Il regista Fran Torres (Duelo), basandosi su una sceneggiatura semplice, ma potente, riesce a delineare fin da subito i profili delle due donne. Sofia è una bellissima ragazza argentina, convintamente cristiana, che vive con Nacho (Younes Bachir), il suo ragazzo. Tra loro non manca né l’amore, né tanto meno la passione, ma sono ossessionati dall’thought di ‘fare soldi’ con un lavoro che li soddisfi.
Beatriz, invece, non è alla ricerca di successo e denaro. La donna, ormai matura, è riuscita a realizzarsi nel lavoro, ma sembra terribilmente sol (come dimostra la sequenza dell’incontro combinato su un sito on-line). Ma anche Beatriz ha la sua ossessione: avere un figlio. Per lei, però, è ormai impossibile e l’incontro con Sofia rappresenterà un’occasione unica per soddisfare il suo desidero di maternità.
Il principe azzurro non esiste più
La jefa è senza dubbio un movie cinico e a tratti crudele, ma senza alcuna forzatura, può essere letto come il riflesso della realtà di oggi. I conflitti tratteggiati nascono nell’intimità dei personaggi, ma poi si sviluppano in una dimensione più ampia, per diventare universali.
Sofia ama Nacho e il regista non tralascia di descrivere la passione che travolge i due, ma nella loro relazione emerge anche un lato negativo; la voglia di realizzarsi, infatti, diventa troppo ingombrante per entrambi.
“Io non voglio essere tranquilla. Voglio essere stressata, voglio aver paura di combinare un on line casino!”.
Con queste parole Sofia ribatte a Nacho, che la vorrebbe al suo fianco in Colombia, dove lo aspetta un lavoro pagato meglio.
Le parole di Sofia rispecchiano il desiderio di tante ragazze di oggi che non sognano più solo il principe azzurro, ma ambiscono a realizzarsi con il loro lavoro.
L’ostacolo della gravidanza
Con un inganno, la ragazza riesce a farsi assumere da Beatriz. Le due donne si ammirano a vicenda, ma è chiaro che la più anziana esercita una forte influenza sulla più giovane.
Il loro rapporto lavorativo fila liscio come l’olio e Sofia è affascinata da un mondo sconosciuto. Un bel giorno, però, scopre di essere incinta e si trova dinanzi a una scelta dolorosa: disfarsi della vita che porta in grembo o rinunciare al tanto agognato lavoro.
La soluzione viene servita da Beatriz. Sarà lei, infatti, a provvedere alle spese per la gravidanza e adotterà il bambino una volta nato. Sofia, inoltre, riceverà una grossa somma di denaro, a patto, però, che nessuno saprà nulla sulla gravidanza.
È da questo momento che il movie imbocca la strada di un gioco psicologico pericoloso e crudele. Sofia e Beatriz vivono un rapporto malsano, basato sull’inganno e su controlli ossessivi. La più matura sembra subire il fascino della più giovane. Il loro rapporto, però, non sfocerà mai in una vera relazione amorosa. Piuttosto vivranno un destino tragico, dove non sarà più possibile distinguere la vittima dal carnefice.
“Io volevo solo un figlio e tu un futuro”.
Un movie al femminile
La jefa è un movie al femminile, dove le donne non sono più oggetto di conquista. Le due protagoniste sono entrambe padrone del loro destino e compiono le loro scelte in totale autonomia, a discapito degli uomini che qui hanno un ruolo del tutto marginale (come il povero Nacho, ignaro di tutto).
È soprattutto Beatriz advert assumere i connotati caratteriali tipicamente maschili. L’ossessione e il desiderio di controllo che prova ricordano quelli del villain, tipico personaggio maschile del melodramma.
La connotazione maschile di Beatriz è poi confermata dagli elementi di contorno ( gli altri personaggi) che le orbitano intorno come meri burattini nelle sue mani.
Ma anche Sofia ha questi connotati, seppur meno espliciti. È lei che inganna di continuo il suo ragazzo per ottenere i suoi obiettivi. Sofia, inoltre, non è semplicemente una vittima di Beatriz, ma è a sua volta carnefice, nonostante la condizione apparentemente sottomessa.
La jefa è un movie cupo, con una storia altrettanto cupa, ma reale. La vicenda raccontata è vissuta da tanti giovani che si scontrano con il mondo del lavoro, sempre più ostile e claustrofobico, proprio come questo lungometraggio, che nega ogni speranza e che sbarra ogni uscita d’emergenza.
La jefa | Tráiler oficial | Netflix
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