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‘Kleo’, la recensione della serie di spionaggio sulla Repubblica federale tedesca

Kleo, la nuova serie ambientata nei tumultuosi giorni della caduta del muro di Berlino, creata da Richard Kropf, Hanno Hackfort e Bob Konrad, è disponibile su Netflix.

Appassionante, grottesca, ironica e drammatica.

Kleo è un thriller con continui colpi di scena. Lo spettatore resta con il fiato sospeso fino all’ultimo episodio, seguendo la vicenda di una giovane donna, simbolo di un’epoca tramontata, ma ancora palpabile.

La trama della serie Kleo

È il 1987. Dopo essersi sbarazzata di un imprenditore di Berlino Ovest per conto di un agente segreto della Stasi, la superspia della Germania Est Kleo è arrestata. Rilasciata dopo due anni di prigione e la caduta del muro di Berlino, capisce presto che il complotto contro di lei è più intricato di quanto pensasse e che un’inquietante valigia rossa è al centro di tutto. Così Kleo parte per un viaggio alla ricerca di vendetta che la porta tra la Berlino anarchica e i membership improvvisati di musica elettronica, fino al deserto cileno.

Kleo serie

Kleo serie television: tra fantasia e realtà

Questa è una storia vera. Nulla di tutto questo è successo davvero”.

Gli autori riescono, senza remore, a ricostruire l’atmosfera retrò di tremendous anni Ottanta, ambientando nella Berlino sconvolta dagli avventi storici, una vicenda di fantasia, ma con molti punti in comune con la realtà.

Nel corso della serie (composta di otto episodi) non mancano riferimenti a fatti storici accaduti realmente, come l’attentato al presidente statunitense Ronald Reagan. L’evento storico in sé non è strettamente legato alla guerra fredda in corso all’epoca, ma in Kleo diventa prezioso per il procedere della vicenda e per dare un tocco di realismo che non guasta mai. 

Le azioni di spionaggio messe in atto dalla Repubblica Democratica Tedesca vengono raccontate con realismo. Gli agenti della Stasi eseguono gli ordini senza porre domande, convinti di agire per il bene della comunità.

Così come fa Kleo, interpretata eccellentemente da Jella Haase, una delle attrici più famose in questo momento in Germania. La giovane donna ha compiuto ben dodici missioni per i suoi capi, ma l’ultima è stata fatale per lei. Dopo aver ammazzato un uomo in un locale della Berlino Ovest, il Huge Eden, viene misteriosamente arrestata. Passa diversi anni in carcere, dove perde anche una figlia, e poi rimessa in libertà.

La vendetta di Kleo

Una volta libera, Kleo vuole vendicarsi e scoprire il motivo della sua detenzione, nonostante abbia eseguito gli ordini alla perfezione. È questa ora la sua missione, che si rivela subito complessa e pericola.

Il realismo, accennato poco fa, è utilizzato anche per descrivere il contesto rigido e duro in cui sono vissute various generazioni al di là della cortina di ferro. Kleo, infatti, scopre che uno dei primi a tradirla è stato il suo caro nonno, un importante esponente del Partito Comunista.

Otto Straub (Jurgen Heinrich) è un integerrimo socialista, che antepone l’ideologia agli affetti della sua famiglia e a pagare il prezzo più caro di questo suo comportamento è la povera, ma combattiva nipote. Quest’ultima chiede spiegazione per il tradimento subito e si sente rispondere che la spiegazione la può trovare in un libro scritto da Lenin. Risposta che poco soddisfa la spia tradita e dopo poco Otto e il libro scritto dal capo bolscevico finiscono sepolti in giardino.

È proprio suo nonno, che anni prima aveva allontano la Kleo bambina da sua madre, la prima vittima della vendetta. Gli omicidi all’interno di questa serie sono davvero tanti, ma è senza dubbio questo il più drammatico. Eliminare suo nonno non è facile e rappresenta un taglio tragico col passato.

Il realismo, accennato più volte, è utilizzato dagli autori per introdurre la vicenda ambientata in un contesto storico. Ma progressivamente si affievolisce a favore di un registro grottesco e ironico. È il caso degli altri omicidi commessi dalla giovane donna per portare a termine la sua vendetta, che avvengono al ritmo di tango, oppure mimando le movenze dei lottatori di sumo. Ingredienti ironici utilizzati al momento giusto, quando la trama si infittisce.

Ironia, fantasia e non solo… questa é Kleo

In Kleo, poi, ci sono anche delle componenti del tutto irrealistiche, a tratti fantastiche. Come il personaggio di Thilo (Julius Feldmeier), un giovane proveniente da Berlino Ovest, amante della musica tecno, che crede di essere giunto sulla terra da una stella. Thilo rappresenta il nuovo, la modernità, la frivolezza, le mode occidentali, che nel bene e nel male piombano nella comunità socialista.

Sogno una nuova società, senza capitalismo, senza socialismo”.

Nonostante questi accenni di leggerezza, Kleo è una serie che riesce anche a commuovere. La giovane protagonista è una ragazza sola, circondata da falsi amici, pronti a tradirla alla prima occasione. Struggente è l’episodio intitolato Progetto Else: Kleo è gravemente ferita e in un flashback lo spettatore rivive con lei la sua infelice infanzia.

L’apice del patos, però, si raggiunge sul finale, quando la giovane donna, dopo anni, rencontra sua madre, allontanata anni prima da Otto, perché non voleva educare la figlia secondo i rigidi dettami socialisti. Un momento davvero emozionante, sottolineato dalle notice di Resort California degli Eagles.

Kleo serie

Tarantino, Kubrick e De Palma come immaginario nella serietv Netflix Kleo

Il punto di forza della serie è dunque la sceneggiatura, scritta bilanciando magistralmente ogni registro, senza mai annoiare, nonostante la complessità della trama. Non è da meno la regia di Jano Ben Chaabane (Mapa), mai vistosa, ma capace di comunicare efficacemente gli stati d’animo della protagonista.

Il regista si concede anche qualche citazione visiva, come avviene nella sequenza che racconta l’arrivo di Kleo a Maiorca, che ricorda l’incipit di Jackie Brown di Quentin Tarantino.

I dialoghi, inoltre, sono disseminati di altre citazione riconducibili a titoli del cinema americano d’autore. Solo per fare qualche esempio: Full Metallic Jachet e Scarface.

Ma è soprattutto Quentin Tarantino il cineasta che sembra aver influenzato maggiormente la produzione di questa serie. Non solo per l’accostamento visivo tra Kleo e Jackie Brown. L’obiettivo della giovane e combattente spia è quello di compiere la sua vendetta attraverso una serie di omicidi. Elemento che la pone sullo stesso piano della protagonista di Kill Invoice. E poi anche Kleo, in più di un’occasione, indossa delle tute dai colori sgargianti, proprio come Uma Thurman.

Sono questi gli ingredienti essenziali che rendono questa nuova serie targata Netflix davvero accattivante. Kleo sorprende di continuo, con nuovi colpi di scena che lasciano sbigottiti advert ogni episodio.

Gli autori non ci risparmiano neanche una vera e propria critica sociale sul passato e sul presente. La protagonista è il ritratto delle ultime generazioni vissute sotto l’ala protettiva della Mosca sovietica, illuse dall’utopia socialista. Ma la serie non risparmia neanche il mondo occidentale, che segretamente ha finanziato i regimi dell’Est, per avere un nemico da combattere, come dimostrato dai documenti nella valigia rossa, al centro di questa avvincente serie.

‘Kleo’ tutto sulla nuova serie Netflix –

Kleo | Official Trailer | Netflix

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